posizione del gatto

Posizione del gatto: tutto quello che devi sapere

Uno degli asana più conosciuti e utilizzati da moltissimi yogi è la posizione del gatto (Marjariasana), che per l’appunto richiama ai movimenti eleganti e morbidi dei nostri amati felini.

È una posizione utilizzata da praticanti di tutti i livelli perché, sebbene non sia un asana complesso, grazie alla sua efficacia è in grado di generare un beneficio immediato sulla colonna vertebrale e sul sistema nervoso.

Marjariasana: etimologia, mito, simbolo e posologia

Questo asana spesso è conosciuto con il suo nome sanscrito Marjariasana, in cui Marjari è traducibile con “gatto che si stira” e asana significa “posizione”, ed è spesso presente in molteplici stili yoga come l’Hatha, il Vinyasa e in altre pratiche terapeutiche di yoga.

Generalmente questa posizione viene eseguita con la posizione della mucca (Bitilasana), ed è proprio insieme che entrambe creano una sequenza dinamica. Questi asana sono dei movimenti ideali per lavorare sulla mobilità e sulla flessibilità dei muscoli dorsali e delle articolazioni.

Inoltre, Marjariasana ha un effetto benefico sulla mente essendo in grado di favorire la calma e ridurre lo stress, (è infatti consigliato il suo utilizzo nell’ambiente lavorativo o in ufficio).

La connessione di Marjariasana con la simbologia del gatto, ci riporta a una famosa divinità indiana, la dea Shashthi.

Questa dea è venerata in India e in Nepal ed è ritenuta essere la protettrice della fertilità, della riproduzione e dell’abbondanza. Solitamente la dea indù viene riprodotta mentre cavalca un gatto e allatta degli infanti.

A cosa serve la posizione del gatto?

Marjariasana è un asana molto amato perché grazie alla sua efficacia prepara il corpo alle pratiche successive e più complesse. La posizione del gatto ha il compito di allungare la schiena e rafforzare la zona addominale.

Inoltre l’asana è in grado di creare una protrazione nelle spalle, quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante perché è un movimento spesso richiesto anche in altre posizioni, come ad esempio nel cane a faccia in giù (Adho Mukha Svanasana). L’allungamento della colonna vertebrale è anche richiesto in altri asana come ad esempio in quelli di equilibrio sulle braccia e nelle inversioni.

Oltre che fungere da riscaldamento iniziale nella prima parte della sequenza, la posizione è spesso utilizzata anche durante il corso della pratica come sorta di compensazione per riposare e ritrovare un respiro più calmo.

Una delle posizioni più amate da tutti gli yogi che spesso viene associata a Marjariasana è la posizione del bambino (Balasana). Essa è generalmente utilizzata come alternativa per flettere la spina dorsale senza mettere troppo peso sulle mani.

Un altro asana generalmente connesso a quella del gatto è la posizione del cucciolo (Uttana Shishosana). Essa consente di allungare i muscoli della spina dorsale, delle gambe e dei fianchi e allo stesso tempo crea apertura nella parte superiore del corpo. Il suo effetto rilassante è in grado di generare calma, eliminare lo stress e facilitare un respiro profondo e rilassato.

I benefici della posizione del gatto

È uno degli asana di solito consigliato dai terapisti dello yoga per alleviare dolori di schiena e problemi di sciatica. Inoltre è una posizione che aiuta a sentirsi bene con se stessi e a rilasciare tensioni e stati d’animo negativi.

Secondo lo yoga e l’Ayurveda il benessere della colonna vertebrale è un buon indicatore della salute generale del corpo. La spina dorsale, infatti, sarebbe “la casa” del sistema nervoso, il quale avrebbe un impatto su tutti gli altri sistemi del nostro corpo. In più, secondo la scienza tradizionale indiana, la nostra colonna è dove si incontrano i sette principali centri energetici, chiamati chakra nonché le nadi dove scorre il prana (l’energia vitale).

Ricapitolando, i benefici sono:

  • Allunga la schiena;
  • Scioglie le tensioni nelle spalle e il collo;
  • Rilassa le anche;
  • Rafforza i muscoli delle mani e dei polsi;
  • Migliora tutta la postura ed è benefica per coloro che spendono molto tempo seduti e lavorano al computer.

I chakra coinvolti

L’uomo possiede sette chakra principali, si tratta di sette “ruote” ovvero dei centri energetici che sono situati in varie parti del nostro corpo. Ogni chakra è connesso ad alcuni settori sensoriali e ad alcune ghiandole endocrine. Una delle funzioni principali degli asana è proprio quella di restaurare una condizione di equilibrio nei vari chakra.

Marjariasana è un asana che agisce su alcuni di questi chakra e in particolare su tre di essi, ovvero sul chakra Svadhisthana, sul Manipura Chakra e sul Vishuddhi Chakra.

Il secondo chakra, il chakra Svadhisthana è anche detto “sacrale” ed è connesso alle ghiandole sessuali e solitamente viene associato anche alla creatività, al desiderio, al piacere e alla sessualità.

Quando il chakra sacrale è sbilanciato, questo può causare disordini emotivi e depressione.

Anche il Manipura Chakra viene attivato attraverso la posizione del gatto, viene anche soprannominato terzo chakra o chakra del plesso solare ed è situato sotto l’ombelico. Connesso alle ghiandole surrenali, esso è il centro energetico relativo alla disciplina, alla resistenza e alla potenza. È il chakra associato alla capacità di autodeterminarsi e generalmente è connesso anche all’autostima.

Infine vi è il chakra Vishuddhi, ovvero il quinto chakra, o chakra della laringe connesso alla tiroide. Esso è correlato alla comunicazione, alla capacità di esprimersi con sincerità, nonché alla creatività.

La posizione del gatto o del gatto e della mucca sono pertanto in grado di aiutare lo scorrere del flusso di energia nel suo complesso e di far sperimentare nello yogi un’autentica esperienza della felicità.

Come eseguire Marjariasana

Marjariasana

Per cominciare questa posizione yoga posizionati a quattro zampe e fa in modo che le ginocchia siano collocate alla larghezza dei fianchi e le braccia siano dritte e perpendicolari alle spalle. La testa è in una posizione neutra e il
peso è ben distribuito tra le spalle e le ginocchia. Inspirando profondamente inarca la schiena verso il basso, contemporaneamente alza il busto e solleva la testa guardando insù.

Le spalle devono essere lontane dalle orecchie e il petto è ben aperto. In seguito, durante l’espirazione, prima raddrizza la schiena e poi prosegui con il movimento sollevando la parte centrale della spina dorsale ovvero formando una sorta di “gobba”. Nel contempo, abbassa la testa e porta il mento verso la gola provando a guardare il tuo ombelico. Contraendo leggermente l’addome cerca di alzare al massimo la zona scapolare, (senza esagerare). Questo ti permetterà di intensificare i benefici della posizione.

Ripeti il movimento in modo ciclico coordinando l’ispirazione con lo sguardo in alto e l’espirazione con lo sguardo in basso. Poi continua la sequenza con respiri profondi e seguendo il tuo ritmo naturale.
Solitamente si svolgono tre o più cicli che potrebbero aumentare in funzione del tipo di sequenza che si sta praticando.

Precauzioni

Sebbene la posizione abbia moltissimi benefici, ci sono alcune precauzioni che sarebbe bene tenere a mente. Ad esempio se convivi con dei problemi cronici al collo o hai avuto delle lesioni sarebbe bene mantenere la testa in una posizione neutra.

Se sei incinta ricorda che è possibile praticarla esclusivamente nei primi mesi di gravidanza e facendo attenzione a non comprimere troppo l’addome, in quanto potrebbe creare un’eccessiva pressione sul feto.

Accorgimenti

Se hai avuto dei problemi al ginocchio o ai polsi non devi necessariamente rinunciare alla posizione ma potresti scegliere di sostituire l’asana “classico” con una versione da seduti o stesi. Se invece percepisci troppo peso sui polsi, potresti provare ad appoggiare gli avambracci a terra.

Accessori

In merito agli accessori yoga, un altro suggerimento utile può essere quello di provare ad appoggiare un cuscino o un telo sottile ripiegato sotto le ginocchia. Mentre un’altra variante è scegliere di utilizzare dei blocchi da yoga. È sufficiente avere due blocchi e posizionarli sotto gli avambracci, in tal modo si eviterà un possibile dolore alle mani o ai polsi.

A tal proposito, bisogna sempre ricordare che la bellezza dello yoga è nel poter “aggiustare” la propria pratica in base alle proprie necessità e ai bisogni del proprio corpo rispettando sempre i propri limiti.

Posizione del gatto: la video guida

Grazie a questo video tutorial sulla posizione del gatto, potrete migliorare la vostra tecnica nel realizzare tale movimento:

Marjariasana, la posizione del gatto: controindicazioni

Ci sono anche delle specifiche condizioni in cui non è opportuno praticare questa posizione. Ad esempio è bene evitare Marjariasana se recentemente si ha avuto un infortunio al collo o alla schiena.

Inoltre questo asana non andrebbe eseguito se si hanno dei problemi di ipertensione, artrite alle ginocchia e ai polsi, spondilite ed emicrania. Per concludere non andrebbe svolta anche se si soffre di tunnel carpale.

Redazione

Uno staff di appassionati della pratica yoga in tutti i suoi stili.

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