Posizione dell’aquila: tutto quello che devi sapere
Si tratta di una posizione yoga capace di riequilibrare lo Yin (l’aspetto femminile e lunare) e lo Yang (l’aspetto maschile e solare) presenti in ognuno. Pertanto, richiede una massima concentrazione e equilibrio. yoga
La posizione dell’aquila: etimologia, mito, simbolo e posologia
In Sanscrito, Garudasana si scompone nelle parole: garuda (aquila) e asana (posa).
Il nome fa, poi, riferimento a Garuda, la grande aquila re di tutti i volatili e cavalcatura di Vishnu. Secondo il mito, egli è il distruttore dei Naga, i demoni serpente che rappresentano il male. Garudasana, dunque è simbolo di equilibrio, forza, coraggio (come il rapace divino da cui prende il nome), ma anche di umiltà.
Visto che si tratta di una posizione tra lo Yin e lo Yang, il momento più indicato per praticarla è in primavera e durante le prime ore del pomeriggio, dove imperversa il perfetto equilibrio (tra inverno e estate e tra luce e ombre).
A cosa serve la posizione dell’aquila
Garudasana è utile, non solo per ripristinare l’equilibrio interiore, come già detto in precedenza, ma anche per ridimensionare l’ego e aprirsi all’umiltà. Inoltre è in grado di rafforzare e tonificare i muscoli delle gambe, nello specifico.
I benefici della posizione dell’aquila
Tra i suoi benefici ci sono: una maggiore forza e resistenza nelle, gambe, caviglie e ginocchia, una maggiore mobilità delle spalle e aumenta l’equilibrio.
Allunga poi tutta la parte alta della schiena, aiuta chi soffre di cervicale, è in grado di aprire la parte posteriore dei polmoni, migliorando la capacità respiratoria, infine è utile anche in caso di sciatica o altri tipi di mal di schiena (sempre “leggeri”). Questo per quanto riguarda gli effetti sul corpo.
Invece, per quanto riguardo, la parte interiore: riduce lo stress e calma la mente, aumenta l’equilibrio psico-emotivo e la concentrazione e, infine, riequilibra entrambi i lati del corpo.
I chakra coinvolti
Questa posizione yoga stimola, poi, i Chakra Muladhara e Ajna: il primo e il sesto chakra.
Muladhara è il chakra della “radice”, ed è il sostegno e la base su cui poggiano gli altri chakra. Se questo non è in armonia, si possono avvertire grosse insicurezze, apatia e scarsa autostima, oppure al contrario si può diventare aggressivi o essere mentalmente rigidi. Pertanto riequilibrarlo comporta maggiore stabilità a livello emotivo e psicologico e maggiore sicurezza.
Ajna, invece, è il chakra del “terzo occhio”; è la sede dell’intuizione e della vista al di là delle cose che appaiono. Quando è in squilibrio si diventa cinici, materialisti, distaccati e insensibili. Al contrario quando ritorna al suo equilibrio, si riesce ad entrare in sintonia con l’io superiore e dunque si è empatici, percettivi e positivi.
Come si esegue la posizione dell’aquila
È una posizione asimmetrica: da eseguire per entrambi i lati del corpo.
Si parte appoggiando saldamente i piedi a terra e aprendo bene le dita in modo da rendere la base di appoggio più salda e si piega leggermente il ginocchio sinistro.
Ora bisogna sollevare il piede destro da terra e spostare il corpo sulla sinistra. Dopodiché si deve portare la coscia destra sopra la sinistra e toccare con le dita del piede destro dietro il ginocchio sinistro.
Mantenendo la schiena ben diritta, il bacino deve essere diretto in avanti. A questo punto si devono allungare le braccia in avanti, parallele al suolo e bisogna avvolgere quello destro attorno a sinistro e afferrare con il dito medio e indice della mano destra il pollice di quella sinistra.
Si deve poi avvicinare i gomiti al petto e abbassare gli avambracci, in modo che le mani vengano portate in avanti, fino a quando lo sguardo non sarà appena al di sopra della punta delle dita.
Bisogna tenere poi gli occhi ben aperti, fissando un punto stabilito e mantenere l’equilibrio. Restando in questa posizione (finale), respirare normalmente e rimanere fino a quando si riesce.
Quando si vuole terminare, si devono districare lentamente prima le braccia e alla fine le gambe. Inspirare ed espirare per qualche minuto e poi ripetere la pozione dal lato opposto.
Precauzioni
Se si è all’inizio è meglio eseguire Garudasana sotto la guida di un insegnante. Inoltre bisogna ricordarsi sempre di fare riscaldamento prima e dopo, in modo da non sforzare troppo muscoli e tendini.
Accorgimenti
Se non si riesce a mantenere o trovare l’equilibrio, almeno inizialmente, ci si può appoggiare con la schiena ad un muro per poi staccarsi gradualmente dopo che si è fatta un po’ di pratica.
Per le donne incinte inoltre è consigliabile non piegarsi troppo sulle ginocchia per non caricarle di ulteriore peso.
Accessori
Per mantenere l’equilibrio e evitare di scivolare, meglio eseguire questa posizione su un tappetino da yoga.
Posizione dell’aquila: la video guida
Grazie a questo video tutorial sulla posizione dell’aquila, potrete migliorare la vostra tecnica nel realizzare tale movimento:
La posizione dell’aquila: le controindicazioni
Garudasana è da evitare in caso di dolori e lesioni alle articolazioni, specialmente nella zona di caviglie, ginocchia e spalle; inoltre è contrindicata in caso di protesi o dolori alle anche.
Per le donne è sconsigliata nel periodo del ciclo mestruale.
La posizione dell’aquila: varianti
Se si è abbastanza pratici, si può provare Garudasana anche da “accucciai”: con le gambe piegate e il busto proteso in avanti.
Se invece, non si è ancora pratici, si possono fare delle varianti nella posizione: per esempio, al posto del doppio incrocio delle braccia, si possono portare le mani sulle spalle opposte, oppure al posto dell’incrocio delle gambe si possono semplicemente incrociare le cosce.
Posizione dell’aquila: tutto quello che devi sapere
Si tratta di una posizione yoga capace di riequilibrare lo Yin (l’aspetto femminile e lunare) e lo Yang (l’aspetto maschile e solare) presenti in ognuno. Pertanto, richiede una massima concentrazione e equilibrio. yoga
Indice:
La posizione dell’aquila: etimologia, mito, simbolo e posologia
In Sanscrito, Garudasana si scompone nelle parole: garuda (aquila) e asana (posa).
Il nome fa, poi, riferimento a Garuda, la grande aquila re di tutti i volatili e cavalcatura di Vishnu. Secondo il mito, egli è il distruttore dei Naga, i demoni serpente che rappresentano il male. Garudasana, dunque è simbolo di equilibrio, forza, coraggio (come il rapace divino da cui prende il nome), ma anche di umiltà.
Visto che si tratta di una posizione tra lo Yin e lo Yang, il momento più indicato per praticarla è in primavera e durante le prime ore del pomeriggio, dove imperversa il perfetto equilibrio (tra inverno e estate e tra luce e ombre).
A cosa serve la posizione dell’aquila
Garudasana è utile, non solo per ripristinare l’equilibrio interiore, come già detto in precedenza, ma anche per ridimensionare l’ego e aprirsi all’umiltà. Inoltre è in grado di rafforzare e tonificare i muscoli delle gambe, nello specifico.
I benefici della posizione dell’aquila
Tra i suoi benefici ci sono: una maggiore forza e resistenza nelle, gambe, caviglie e ginocchia, una maggiore mobilità delle spalle e aumenta l’equilibrio.
Allunga poi tutta la parte alta della schiena, aiuta chi soffre di cervicale, è in grado di aprire la parte posteriore dei polmoni, migliorando la capacità respiratoria, infine è utile anche in caso di sciatica o altri tipi di mal di schiena (sempre “leggeri”). Questo per quanto riguarda gli effetti sul corpo.
Invece, per quanto riguardo, la parte interiore: riduce lo stress e calma la mente, aumenta l’equilibrio psico-emotivo e la concentrazione e, infine, riequilibra entrambi i lati del corpo.
I chakra coinvolti
Questa posizione yoga stimola, poi, i Chakra Muladhara e Ajna: il primo e il sesto chakra.
Muladhara è il chakra della “radice”, ed è il sostegno e la base su cui poggiano gli altri chakra. Se questo non è in armonia, si possono avvertire grosse insicurezze, apatia e scarsa autostima, oppure al contrario si può diventare aggressivi o essere mentalmente rigidi. Pertanto riequilibrarlo comporta maggiore stabilità a livello emotivo e psicologico e maggiore sicurezza.
Ajna, invece, è il chakra del “terzo occhio”; è la sede dell’intuizione e della vista al di là delle cose che appaiono. Quando è in squilibrio si diventa cinici, materialisti, distaccati e insensibili. Al contrario quando ritorna al suo equilibrio, si riesce ad entrare in sintonia con l’io superiore e dunque si è empatici, percettivi e positivi.
Come si esegue la posizione dell’aquila
È una posizione asimmetrica: da eseguire per entrambi i lati del corpo.
Si parte appoggiando saldamente i piedi a terra e aprendo bene le dita in modo da rendere la base di appoggio più salda e si piega leggermente il ginocchio sinistro.
Ora bisogna sollevare il piede destro da terra e spostare il corpo sulla sinistra. Dopodiché si deve portare la coscia destra sopra la sinistra e toccare con le dita del piede destro dietro il ginocchio sinistro.
Mantenendo la schiena ben diritta, il bacino deve essere diretto in avanti. A questo punto si devono allungare le braccia in avanti, parallele al suolo e bisogna avvolgere quello destro attorno a sinistro e afferrare con il dito medio e indice della mano destra il pollice di quella sinistra.
Si deve poi avvicinare i gomiti al petto e abbassare gli avambracci, in modo che le mani vengano portate in avanti, fino a quando lo sguardo non sarà appena al di sopra della punta delle dita.
Bisogna tenere poi gli occhi ben aperti, fissando un punto stabilito e mantenere l’equilibrio. Restando in questa posizione (finale), respirare normalmente e rimanere fino a quando si riesce.
Quando si vuole terminare, si devono districare lentamente prima le braccia e alla fine le gambe. Inspirare ed espirare per qualche minuto e poi ripetere la pozione dal lato opposto.
Precauzioni
Se si è all’inizio è meglio eseguire Garudasana sotto la guida di un insegnante. Inoltre bisogna ricordarsi sempre di fare riscaldamento prima e dopo, in modo da non sforzare troppo muscoli e tendini.
Accorgimenti
Se non si riesce a mantenere o trovare l’equilibrio, almeno inizialmente, ci si può appoggiare con la schiena ad un muro per poi staccarsi gradualmente dopo che si è fatta un po’ di pratica.
Per le donne incinte inoltre è consigliabile non piegarsi troppo sulle ginocchia per non caricarle di ulteriore peso.
Accessori
Per mantenere l’equilibrio e evitare di scivolare, meglio eseguire questa posizione su un tappetino da yoga.
Posizione dell’aquila: la video guida
Grazie a questo video tutorial sulla posizione dell’aquila, potrete migliorare la vostra tecnica nel realizzare tale movimento:
La posizione dell’aquila: le controindicazioni
Garudasana è da evitare in caso di dolori e lesioni alle articolazioni, specialmente nella zona di caviglie, ginocchia e spalle; inoltre è contrindicata in caso di protesi o dolori alle anche.
Per le donne è sconsigliata nel periodo del ciclo mestruale.
La posizione dell’aquila: varianti
Se si è abbastanza pratici, si può provare Garudasana anche da “accucciai”: con le gambe piegate e il busto proteso in avanti.
Se invece, non si è ancora pratici, si possono fare delle varianti nella posizione: per esempio, al posto del doppio incrocio delle braccia, si possono portare le mani sulle spalle opposte, oppure al posto dell’incrocio delle gambe si possono semplicemente incrociare le cosce.
Redazione
Uno staff di appassionati della pratica yoga in tutti i suoi stili.
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