Posizione della pinza: tutto quello che devi sapere

Questo asana è tra quelli “base” della pratica yoga. Tuttavia, anche se sembra semplice, porta ad un intenso allungamento della parte posteriore del corpo, pertanto c’è bisogno di molta pratica per eseguirla.

Posizione della pinza: etimologia, mito, simbolo e posologia

Paschimottanasana, si compone delle parole sanscrite “paschima” (occidente), “ut” (intenso), “tan” (allungamento) e “asana” (posizione). Dunque il significato letterale sarebbe: posizione dell’intenso allungamento della parte occidentale.

Questo nome è dovuto al fatto che la parte posteriore del corpo veniva definita, dagli yogi, come occidentale, mente quella anteriore era detta “orientale”, quella superiore “settentrionale” e quella inferiore “meridionale”. Ciò a causa del fatto che quando praticavano si rivolgevano verso il sole, dunque la parte dietro del corpo era in ombra.

Comunemente, viene chiamata posizione della pinza proprio perché la sua esecuzione prevede di piegarsi su sé stessi come una pinza. Simboleggia dunque, la flessibilità del corpo e della mente. Si tratta di un asana da fare quando si è molto stressati, o dopo essere stati a lungo in un’unica posizione.

A cosa serve la posizione della pinza

Paschimottanasana è in grado di allungare la schiena e di donarle nuova flessibilità, ma è in grado anche di far ritrovare la calma e la serenità interiore e di provocare un senso di accettazione e umiltà in quanto bisogna “chinare il capo” per eseguirla.

I benefici della posizione della pinza

L’esecuzione di questo asana, comporta dunque numerosi benefici: a livello fisico, favorisce l’estensione delle gambe e della colonna vertebrale, favorisce la digestione grazie alla contrazione dei muscoli addominali, attenua eventuali dolori e fastidi (leggeri) alla schiena, migliora la postura e rafforza la muscolatura. A livello energetico invece riduce lo stress e stimola l’energia vitale, donando calma e tranquillità e ridendo l’ansia e l’insonnia.

I chakra coinvolti

Paschimottanasana, coinvolge il primo Chakra: Muladhara. Questo è il chakra della radice, ed è il sostegno e la base su cui si poggiano tutti gli altri chakra. Riequilibrarlo significa apportare enormi benefici sia al corpo che allo spirito, in quanto, se bloccato, comporta insicurezza e apatia, ma anche aggressività e superbia.

Oltre al primo chakra, vengono coinvolti anche i nadi: delle “corde” di energia che si districano per tutto il corpo, rivitalizzando e donando nuova energia.

Come si esegue la posizione della pinza

paschimottanasana

Questo asana fa parte di quelle da praticare da seduti. Bisogna portare le gambe distese e unite in avanti. Inspirando, poi, si devono alzare le braccia verso l’alto allungano per bene la schiena. Espirando, si deve scendere con il bacino e con tutta la parte alta del corpo verso le gambe, cercando di mantenere la schiena il più diritta possibile. Respirare normalmente e afferrare con le mani le caviglie o i piedi se si riesce. Rimanere in questa posizione cercando di rilassare il corpo.

Quando si vuole terminare, sollevare il bacino seguito dalla parte alta del corpo, ritornare con le braccia alzate e infine nella posizione iniziale.

Precauzioni

Come detto, anche se sembra un asana semplice non lo è. Pertanto è bene non sforzarsi troppo e non sforzare soprattutto i muscoli di gambe e schiena. Solo dopo molta pratica si potrà praticarla con destrezza.

Accorgimenti

Se non si è ancora raggiunto il giusto grado di flessibilità, durante la posizione si possono afferrare le caviglie, piuttosto che i piedi, o tenere il bacino leggermente sollevato in modo da alleggerire la tensione alla schiena. Bisogna sempre ricordare di ascoltare i ritmi del proprio corpo.

Accessori

Per facilitare questo asana, è consigliabile usare alcuni accessori yoga come il tappetino ed (eventualmente) un cuscino o delle cinture da yoga.

Posizione della pinza: la video guida

Grazie a questo video tutorial sulla posizione della pinza, potrete migliorare la vostra tecnica nel realizzare tale movimento:

Variazioni della posizione della pinza

Esistono poi delle variazioni che si possono fare a seconda se si è ancora inesperti, o se si pratica già da tempo.

Per chi ha iniziato da poco, si possono tenere le ginocchia piegate e mettere sotto di esse un cuscino, oppure si possono usare delle cinture da yoga per aiutare l’estensione di mani e piedi. Per chi è pratico, invece, puoi variare la posizione tentando di afferrare le piante dei piedi intrecciando le dita dietro di esse, o arrivare ad afferrare il polso di una mano con l’altra.

Esiste anche un’altra variazione che si chiama Urdhvamukha Paschimottanasana, un piegamento in avanti, però verso l’alto. Si tratta, dunque della stessa posizione ma con le gambe rivolte verso l’alto e l’addome “a contatto” con esse, in modo che l’unico punto di appoggio sia il coccige. Anche in questo caso, poi, si possono afferrare con le mani le caviglie o se si riesce i piedi.

Posizione della pinza: le controindicazioni

Questo asana, tuttavia, è da evitare se: si soffre di asma, se si hanno dei disturbi gravi alla schiena (come dislocamenti, ernie, sciatalgia, etc.). Si sconsiglia anche in caso di gravidanza. Paschimottanasana, dunque, è una posizione che dona flessibilità, energia, sicurezza e vitalità, permettendo di affrontare la vita con maggiore calma.

Redazione

Uno staff di appassionati della pratica yoga in tutti i suoi stili.

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